Analizzando i dati relativi all'affluenza e i risultati economici di Arte Fiera 2014, sembra che la trentottesima edizione della rassegna abbia fornito segnali evidenti di una ritrovata centralità e di una vitalità probabilmente al di sopra delle non proprio ottimistiche attese. Poco meno di cinquantamila visitatori, vale a dire il 15% in più rispetto allo scorso anno, e un incremento di oltre il 20% nel numero delle gallerie presenti, ben 172, sono numeri che giustificano la riconferma dei direttori artistici Claudio Spadoni e Giorgio Verzotti e le entusiastiche dichiarazioni del presidente di BolognaFiere Duccio Campagnoli, il quale, durante la conferenza stampa di chiusura, ha parlato della manifestazione come di una "piattaforma di riferimento per tutti i galleristi e il sistema dell'arte italiana, un evento culturale per il Paese e per Bologna che deve saper proporre arte, sperimentazione e tecnologia con contenuti di profilo e originalità". Pare che anche le vendite siano andate bene: secondo quanto riportato dalla stampa il giro d'affari stimato sarebbe di circa trenta milioni. I collezionisti hanno rivolto la loro attenzione in particolare al periodo compreso tra il secondo dopoguerra e gli anni Settanta; se si considera inoltre la novità dell'apertura alla seconda metà dell'Ottocento, l'impressione è quella di una tendenza a rifugiarsi verso le proposte consolidate. D'altronde gli artisti più rappresentati sono stati, com'era prevedibile, Lucio Fontana (Artitalia - Luigi Proietti, Umberto Benappi, Blu, Studio Campaiola, Cardi, Cortesi Contemporary, Eidos Immagini Contemporanee, Frediano Farsetti, Gariboldi, Il Chiostro, Matteo Lampertico, Mazzoleni, Mediartrade, Montrasio Arte, Tega, Tonelli, Tornabuoni), Alighiero Boetti (Artevalori, Biasutti & Biasutti, Cardi, Cortesi Contemporary, De' Foscherari, Giorgio Maffei, Matteo Lampertico, Mazzoleni, Mediartrade, Giuseppe Pero, Studio Crespi, Tonelli, Tornabuoni, Studio Giangaleazzo Visconti), Giorgio De Chirico (Artitalia - Luigi Proietti, Biasutti & Biasutti, Cinquantasei, Di Paolo Arte, Frediano Farsetti, Studio Guastalla, Mazzoleni, Poleschi Arte, Studio d'arte dell'800/900, Tega, Torbandena, Tornabuoni), Alberto Burri (Artitalia - Luigi Proietti, Blu, Cardi, Frediano Farsetti, Studio Guastalla, Matteo Lampertico, Mazzoleni, Montrasio Arte, Poleschi Arte, Montecarlo - International Art - Galerie Sapone, Studio Crespi, Tega), Enrico Castellani (Studio Campaiola, Cardi, Claudio Poleschi, Maurizio Corraini, Santo Ficara, Gariboldi, Matteo Lampertico, Mazzoleni, Tega, Tonelli, Tornabuoni), Agostino Bonalumi (Artevalori, Antonio Battaglia, Blu, Cardi, Cortesi Contemporary, Deniarte, Santo Ficara, Gariboldi, Mazzoleni, Repetto, Studio Crespi), Mimmo Paladino (L'Ariete, Cardi, Claudio Poleschi, Contini, Cortesi Contemporary, Deniarte, Di Paolo Arte, Editalia, Poleschi Arte, Mimmo Scognamiglio), Michelangelo Pistoletto (Artevalori, Biasutti & Biasutti, Cardi, Claudio Poleschi, Continua, Giorgio Maffei, Studio Guastalla, Mazzoleni, Repetto), Dadamaino (Artevalori, Antonio Battaglia, Cortesi Contemporary, Dep Art, Gariboldi, Studio Guastalla, Repetto, Tornabuoni, Studio Giangaleazzo Visconti), Pier Paolo Calzolari (Artevalori, Enrico Astuni, Biasutti & Biasutti, Cardi, Claudio Poleschi, De' Foscherari, Frediano Farsetti, Repetto, Tonelli), Giulio Paolini (Artevalori, Biasutti & Biasutti, Cardi, Cortesi Contemporary, Giacomo Guidi, Repetto, Tega), Carla Accardi (Enrico Astuni, Valentina Bonomo Roma, Deniarte, Editalia, Santo Ficara, Studio Crespi, Tega) e Hans Hartung (Galleria Accademia, Artitalia - Luigi Proietti, Eidos Immagini Contemporanee, Mazzoleni, Mediartrade, Montecarlo - International Art - Galerie Sapone, Tega). Non sono poche le gallerie che hanno puntato su due artisti molto apprezzati della Nuova Scuola Romana: Marco Tirelli (Alessandro Bagnai, Antonella Cattani, Giacomo Guidi, Kro Art Contemporary, Otto Gallery) e Nunzio (Valentina Bonomo Roma, De' Foscherari, Eduardo Secci Contemporary, Santo Ficara, Galleria dello Scudo, Otto Gallery). Nella sezione "Solo show" si sono distinte le mostre monografiche dedicate a David Tremlett dallo Studio G7 e a Maria Lai dalla Nuova galleria Morone. Occhi puntati anche su Ettore Spalletti (Claudio Poleschi, Cortesi Contemporary, Eduardo Secci Contemporary, Tonelli e, ovviamente, Vistamare) al quale, nella primavera del 2014, sarà dedicata una grande mostra congiunta in tre fra le più importanti istituzioni pubbliche dedicate all'arte contemporanea in Italia: il MAXXI di Roma, la GAM di Torino e il Madre di Napoli. La fotografia ha trovato più spazio in questa edizione di Arte Fiera: protagonisti indiscussi di un'ampia e organica sezione, che ha ospitato una ventina di gallerie, sono stati i lavori di Franco Fontana e Luigi Ghirri. Se tra le opere dei giovani artisti presentati dalle sette gallerie della sezione "Nuove proposte" si rintracciava a fatica qualche lavoro interessante, per fortuna non mancavano, sparpagliati tra gli altri stand, under 40 che si sono fatti notare per la qualità della propria ricerca, tra i quali sono senza dubbio da segnalare Sergio Breviario (Marie-Laure Fleish), Emmanuele De Ruvo (Montoro 12) e Laura Pugno (Alberto Peola). Meritano un cenno la mostra Discovering Ink (a cura di Guido Mologni, sull'uso dell'inchiostro su carta nell'arte cinese), una bella selezione di lavori di Toti Scialoja (che ha trovato posto nello stand della galleria Open Art) e una ricca antologia di opere di Shozo Shimamoto (membro del movimento d'avanguardia Gutai, presente in fiera grazie allo Studio Giangaleazzo Visconti). Nota negativa, in un quadro complessivo che lascia ben sperare per il futuro, è l'assenza di alcune tra le maggiori gallerie italiane di arte contemporanea, come Massimo De Carlo, Lia Rumma, Massimo Minini e Alfonso Artiaco: fenomeno che, a dire il vero, si ripete da qualche anno, minando l'autorevolezza della manifestazione.
Come ogni fiera, anche quella di Bologna non è certo il luogo ideale per la fruizione delle opere d'arte: la maggior parte del pubblico, se non entra per comprare, partecipa per gli incontri, per i contatti, per aggiornamento o per curiosità. Tuttavia la sezione "Focus On Eastern European Countries" e la mostra ad essa collegata Il piedistallo vuoto. Fantasmi dall'Est Europa, presso il Museo Civico Archeologico fino al 16 marzo, hanno rappresentato un valore aggiunto sul piano culturale per un evento altrimenti orientato, com'è giusto che sia, verso il mercato. Tra l'altro la kermesse bolognese, la cui vocazione cosmopolita sembrava ultimamente piuttosto debole, ha guadagnato molto in termini di apertura e di credibilità internazionale grazie alla presenza di una decina di buone gallerie provenienti dall'Europa orientale, alcune delle quali emergenti. La mostra in via dell'Archiginnasio, a cura di Marco Scotini, è un'esaustiva rassegna sull'arte contemporanea dell'Est Europa, che raccoglie un centinaio di opere (tutte provenienti da grandi collezioni private italiane) di quarantacinque tra i maggiori rappresentanti della scena artistica che ha preceduto e seguito il crollo del blocco sovietico. Il titolo Il piedistallo vuoto è ispirato a un'opera dell'artista uzbeko Vyacheslav Akhunov e allude a un momento di attesa e di passaggio, in cui i fantasmi del passato sembrano ancora popolare il presente. Uno dei grandi meriti di Scotini è proprio quello di aver contribuito alla diffusione nel nostro Paese della conoscenza del lavoro di artisti di grande spessore, come lo stesso Akhunov (del quale ha curato, tra l'altro, la prima mostra personale in una galleria d'arte, presentata a Milano in anteprima mondiale da Laura Bulian, dove è possibile ammirarla fino al 22 marzo), affiancandolo a opere di artisti già noti al pubblico italiano, tra i quali Marina Abramović, Pawel Althamer, Anri Sala, Adrian Paci, Artur Zmjewski, Mircea Cantor e Nedko Solakov.
Grande successo anche per la seconda edizione di SetUp, la fiera giovane di Bologna: hanno affollato gli stretti corridoi dell'Autostazione quasi diecimila visitatori in tre giorni, che hanno acquistato circa 125 opere per un ammontare di quasi 165.000 euro. Simili dati sono estremamente confortanti per chi non pensa che l'interesse e la passione per l'arte debbano essere prerogative di élite aristocratiche dotate di grandi disponibilità economiche, ma che il futuro del collezionismo coincida con la creazione di un pubblico ampio e competente, in grado di avvicinarsi a un panorama artistico diversificato, diffuso e alla portata di tutte le tasche. Punto di forza della manifestazione, ideata da Alice Zannoni e Simona Gavioli, affiancate quest'anno da Martina Cavallarin, è stato un programma culturale ricchissimo di spunti: gli incontri presso l'area Talk e i progetti di SetUp Blab sono andati nella direzione dell'apertura al dialogo e al confronto tra artisti, critici, operatori, collezionisti e appassionati, stimolando quel coinvolgimento propositivo e vivificante che troppo spesso sembra mancare anche nei contesti culturali più attivi. Esattamente questo è lo spirito che ha animato il progetto Be Kind di Lorenzo Paci, che ha invitato dodici professionisti dell'arte (tra i quali Igor Zanti, Alberto Agazzani, Lorenzo Poggiali, Massimo Mattioli, Carolina Lio, Roberto Milani, Lia Bedogni, Alessandro Casciaro e Pascual Jordan) a prendere posto su comode sedie di design, in un'atmosfera distesa e informale, per ascoltare le proposte di chiunque si fosse prenotato online per il dibattito.
Nei giorni di Arte Fiera si è naturalmente infittito in città il calendario degli eventi artistici, a partire dalla ricca serie di mostre e iniziative culturali di Art City, organizzate grazie alla collaborazione tra il Comune di Bologna e BolognaFiere e disseminate nei luoghi d'arte della città, dal Mambo alla Pinacoteca Nazionale. Al di là del programma istituzionale, merita una segnalazione il progetto espositivo Esercizi di stile, frutto della partnership tra la galleria Massimodeluca e la galleria Maurizio Nobile e realizzato con il contributo del curatore indipendente Andrea Bruciati: una mostra diversa, che ha stupito per la perfetta integrazione dei lavori di alcuni promettenti giovani artisti nati negli anni Ottanta in un contesto antiquario come quello degli spazi di via Santo Stefano. In un'atmosfera di sospensione temporale, fluida e svincolata da coercitive definizioni stilistiche, hanno trovato perfetta collocazione opere di innegabile qualità estetica e concettuale, come l'omaggio di Nicola Ruben Montini a Maria Lai oppure l'Enea di Graziano Folata.
Come ogni fiera, anche quella di Bologna non è certo il luogo ideale per la fruizione delle opere d'arte: la maggior parte del pubblico, se non entra per comprare, partecipa per gli incontri, per i contatti, per aggiornamento o per curiosità. Tuttavia la sezione "Focus On Eastern European Countries" e la mostra ad essa collegata Il piedistallo vuoto. Fantasmi dall'Est Europa, presso il Museo Civico Archeologico fino al 16 marzo, hanno rappresentato un valore aggiunto sul piano culturale per un evento altrimenti orientato, com'è giusto che sia, verso il mercato. Tra l'altro la kermesse bolognese, la cui vocazione cosmopolita sembrava ultimamente piuttosto debole, ha guadagnato molto in termini di apertura e di credibilità internazionale grazie alla presenza di una decina di buone gallerie provenienti dall'Europa orientale, alcune delle quali emergenti. La mostra in via dell'Archiginnasio, a cura di Marco Scotini, è un'esaustiva rassegna sull'arte contemporanea dell'Est Europa, che raccoglie un centinaio di opere (tutte provenienti da grandi collezioni private italiane) di quarantacinque tra i maggiori rappresentanti della scena artistica che ha preceduto e seguito il crollo del blocco sovietico. Il titolo Il piedistallo vuoto è ispirato a un'opera dell'artista uzbeko Vyacheslav Akhunov e allude a un momento di attesa e di passaggio, in cui i fantasmi del passato sembrano ancora popolare il presente. Uno dei grandi meriti di Scotini è proprio quello di aver contribuito alla diffusione nel nostro Paese della conoscenza del lavoro di artisti di grande spessore, come lo stesso Akhunov (del quale ha curato, tra l'altro, la prima mostra personale in una galleria d'arte, presentata a Milano in anteprima mondiale da Laura Bulian, dove è possibile ammirarla fino al 22 marzo), affiancandolo a opere di artisti già noti al pubblico italiano, tra i quali Marina Abramović, Pawel Althamer, Anri Sala, Adrian Paci, Artur Zmjewski, Mircea Cantor e Nedko Solakov.
Grande successo anche per la seconda edizione di SetUp, la fiera giovane di Bologna: hanno affollato gli stretti corridoi dell'Autostazione quasi diecimila visitatori in tre giorni, che hanno acquistato circa 125 opere per un ammontare di quasi 165.000 euro. Simili dati sono estremamente confortanti per chi non pensa che l'interesse e la passione per l'arte debbano essere prerogative di élite aristocratiche dotate di grandi disponibilità economiche, ma che il futuro del collezionismo coincida con la creazione di un pubblico ampio e competente, in grado di avvicinarsi a un panorama artistico diversificato, diffuso e alla portata di tutte le tasche. Punto di forza della manifestazione, ideata da Alice Zannoni e Simona Gavioli, affiancate quest'anno da Martina Cavallarin, è stato un programma culturale ricchissimo di spunti: gli incontri presso l'area Talk e i progetti di SetUp Blab sono andati nella direzione dell'apertura al dialogo e al confronto tra artisti, critici, operatori, collezionisti e appassionati, stimolando quel coinvolgimento propositivo e vivificante che troppo spesso sembra mancare anche nei contesti culturali più attivi. Esattamente questo è lo spirito che ha animato il progetto Be Kind di Lorenzo Paci, che ha invitato dodici professionisti dell'arte (tra i quali Igor Zanti, Alberto Agazzani, Lorenzo Poggiali, Massimo Mattioli, Carolina Lio, Roberto Milani, Lia Bedogni, Alessandro Casciaro e Pascual Jordan) a prendere posto su comode sedie di design, in un'atmosfera distesa e informale, per ascoltare le proposte di chiunque si fosse prenotato online per il dibattito.
Nei giorni di Arte Fiera si è naturalmente infittito in città il calendario degli eventi artistici, a partire dalla ricca serie di mostre e iniziative culturali di Art City, organizzate grazie alla collaborazione tra il Comune di Bologna e BolognaFiere e disseminate nei luoghi d'arte della città, dal Mambo alla Pinacoteca Nazionale. Al di là del programma istituzionale, merita una segnalazione il progetto espositivo Esercizi di stile, frutto della partnership tra la galleria Massimodeluca e la galleria Maurizio Nobile e realizzato con il contributo del curatore indipendente Andrea Bruciati: una mostra diversa, che ha stupito per la perfetta integrazione dei lavori di alcuni promettenti giovani artisti nati negli anni Ottanta in un contesto antiquario come quello degli spazi di via Santo Stefano. In un'atmosfera di sospensione temporale, fluida e svincolata da coercitive definizioni stilistiche, hanno trovato perfetta collocazione opere di innegabile qualità estetica e concettuale, come l'omaggio di Nicola Ruben Montini a Maria Lai oppure l'Enea di Graziano Folata.
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