Un tweet del 28 maggio di Dario Franceschini annuncia: "L'insegnamento della storia dell'arte tornerà nelle scuole. Impegno comune del ministro Giannini e mio". I ministri dell'Istruzione e dei Beni culturali hanno in effetti firmato un protocollo d'intesa, di durata triennale, mirato a incrementare la conoscenza del patrimonio culturale attraverso l'azione formativa delle scuole. La volontà di rinsaldare il sodalizio tra il mondo dell'istruzione e quello della cultura deriva dall'esigenza di rimettere al centro del sistema educativo italiano uno dei punti di forza del Paese, quasi un suo tratto genetico: la ricchezza, sia in termini quantitativi che qualitativi, di beni di particolare rilievo artistico e storico. La perdurante inettitudine, tutta italiana, nel gestire tale immensa risorsa è connessa in maniera fin troppo palese a una carente condivisione e circolazione dei saperi, aggravata dai tagli alla scuola pubblica ai quali abbiamo assistito nel recente passato. Un popolo che non conosce, non apprezza e non difende con orgoglio la sua cultura non sarà mai in grado di innescare positive dinamiche di valorizzazione. Per questo motivo è auspicabile che ai buoni propositi segua il concreto impegno del Governo per ottenere rapide coperture che consentano una revisione degli ordinamenti didattici, riesaminando almeno i punti più contestati della riforma Gelmini. Il progetto di reintrodurre l'insegnamento della storia dell'arte nei programmi degli istituti professionali e tecnici punta strategicamente al cuore del problema, ma non è l'unico aspetto interessante dell'intesa. In base al protocollo, Miur e Mibact faranno da ponte tra scuole e musei nella promozione di iniziative tese a favorire la comprensione della tutela del paesaggio e l'avvicinamento alla conoscenza dell'arte contemporanea, incoraggiandone lo sviluppo. L'accordo promuove inoltre iniziative per la valorizzazione e la fruizione consapevole del circuito archeologico e delle biblioteche, al fine di incoraggiare l'accesso alla cultura dei giovani. Le intenzioni sembrano delle migliori. Sul piano concreto, invece, il ministro Giannini ha annunciato un investimento di appena 500.000 euro per l'anno scolastico 2014/2015. Si spera sia solo un primo piccolo passo.
Nessun commento:
Posta un commento