Una preposizione latina che significa "dietro" o "dopo". Un verbo inglese che vuol dire "inviare". Una serie di lavori il cui intento è, come tu stesso hai dichiarato, "restituire alla forma il disegno che l'ha creata". Tutto questo è Post. Cosa c'è "dietro" e "dopo" le tue opere e qual è il messaggio che vuoi "inviare"?
Il riferimento al verbo inglese, che vuol dire "affiggere" oltre che "inviare", è prioritario perché rappresenta la necessità da cui è nato il mio primo Post. Non posso specificare cosa ci sia "dietro" e "dopo" le mie opere: "dietro" niente è permanente, uguale e per sempre; "dopo" non so cosa sarò, perché l'identità della ricerca espressiva non è nei cliché dell'omologazione di un atto ripetuto o di mercato, ma nel coraggio di cambiare e mettersi sempre in gioco. Ogni indagine ha una fine collegata con un nuovo inizio. Il mio lavoro è concepito e creato per non essere permanente e statico, come il classico, vecchio e rassicurante quadro in tela, ma transitorio e temporaneo. Può essere affisso, rimosso e archiviato con estrema semplicità, quando se ne ha voglia. L'aspetto estetico e formale è in parte conseguenza di tale concezione.
Piegare, impacchettare e trasportare sono azioni che evocano la fragilità, la precarietà, la transitorietà. Il rigore formale della linea e il contrasto netto tra il bianco e il nero rimandano invece alla ricerca di un principio ordinatore, di una griglia entro la quale inquadrare la complessità del reale. Quale delle due istanze avverti come preponderante?
Nessuna delle due è preponderante, semmai sono entrambe collegate e dettate dal medesimo spirito di curiosità che mi ha spinto verso una ricerca artistica orientata alla sperimentazione e alla contaminazione dei vari linguaggi, più che alla ripetizione di una singola modalità espressiva. I Post sono lo sviluppo di un mio precedente e parallelo lavoro site specific, dal nome Section, impostato sul principio di "restituire alla forma il disegno che l'ha creata", che a sua volta deriva da una fase pittorica molto attenta alla figurazione. Il rigore è per il segno, la sintesi e la sottrazione tendente al nulla, accomunati da una greve pittura, non virtuosistica e senza metodo. Le campiture bianche e nere, somma della massima espressione cromatica, secondo i rispettivi principi teorici additivo e sottrattivo, rappresentano l'unica traccia emozionale di una sensibilità individuale.
Girato l'angolo, ci aspetta un angusto packaging nero? Spiegaci un Post per spiegare le ali.
Spero di no! Il packaging nero è il riflesso di una società materialista, che spinge sempre più a consumare e a viaggiare. La custodia consente di archiviare il Post per trasportarlo ad ogni cambio di dimora o semplicemente per sottrarlo allo sguardo. S/piegare le casuali pieghe, finalizzate alla sola riduzione della superficie, è un input per indagare nuove possibili relazioni tra il mondo bidimensionale e quello tridimensionale delle forme che vediamo. La natura, facilmente deperibile e versatile, del materiale cartaceo è un invito a riflettere sul concetto di precarietà e sul conseguente nomadismo che sempre più caratterizza abitudini e stili di vita contemporanei.
Per approfondire:
carlocolli.blogspot.it
Il riferimento al verbo inglese, che vuol dire "affiggere" oltre che "inviare", è prioritario perché rappresenta la necessità da cui è nato il mio primo Post. Non posso specificare cosa ci sia "dietro" e "dopo" le mie opere: "dietro" niente è permanente, uguale e per sempre; "dopo" non so cosa sarò, perché l'identità della ricerca espressiva non è nei cliché dell'omologazione di un atto ripetuto o di mercato, ma nel coraggio di cambiare e mettersi sempre in gioco. Ogni indagine ha una fine collegata con un nuovo inizio. Il mio lavoro è concepito e creato per non essere permanente e statico, come il classico, vecchio e rassicurante quadro in tela, ma transitorio e temporaneo. Può essere affisso, rimosso e archiviato con estrema semplicità, quando se ne ha voglia. L'aspetto estetico e formale è in parte conseguenza di tale concezione.
Piegare, impacchettare e trasportare sono azioni che evocano la fragilità, la precarietà, la transitorietà. Il rigore formale della linea e il contrasto netto tra il bianco e il nero rimandano invece alla ricerca di un principio ordinatore, di una griglia entro la quale inquadrare la complessità del reale. Quale delle due istanze avverti come preponderante?
Nessuna delle due è preponderante, semmai sono entrambe collegate e dettate dal medesimo spirito di curiosità che mi ha spinto verso una ricerca artistica orientata alla sperimentazione e alla contaminazione dei vari linguaggi, più che alla ripetizione di una singola modalità espressiva. I Post sono lo sviluppo di un mio precedente e parallelo lavoro site specific, dal nome Section, impostato sul principio di "restituire alla forma il disegno che l'ha creata", che a sua volta deriva da una fase pittorica molto attenta alla figurazione. Il rigore è per il segno, la sintesi e la sottrazione tendente al nulla, accomunati da una greve pittura, non virtuosistica e senza metodo. Le campiture bianche e nere, somma della massima espressione cromatica, secondo i rispettivi principi teorici additivo e sottrattivo, rappresentano l'unica traccia emozionale di una sensibilità individuale.
Girato l'angolo, ci aspetta un angusto packaging nero? Spiegaci un Post per spiegare le ali.
Spero di no! Il packaging nero è il riflesso di una società materialista, che spinge sempre più a consumare e a viaggiare. La custodia consente di archiviare il Post per trasportarlo ad ogni cambio di dimora o semplicemente per sottrarlo allo sguardo. S/piegare le casuali pieghe, finalizzate alla sola riduzione della superficie, è un input per indagare nuove possibili relazioni tra il mondo bidimensionale e quello tridimensionale delle forme che vediamo. La natura, facilmente deperibile e versatile, del materiale cartaceo è un invito a riflettere sul concetto di precarietà e sul conseguente nomadismo che sempre più caratterizza abitudini e stili di vita contemporanei.
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