sabato 5 maggio 2012

Indignati e indegni

La settima edizione della Biennale di Berlino è iniziata poco fa sotto il segno dell'impegno politico, con l'obiettivo di fare arte che incida sulla vita e di indagare il ruolo degli artisti nei movimenti e nei processi sociali. Solo qualche giorno è trascorso da quando il direttore artistico di Documenta 13, Carolyn Christov-Bakargiev, ha rivelato il tema della prossima edizione della celebre rassegna quinquennale di Kassel: una critica al capitalismo, che intende minare la convinzione persistente che sia sempre possibile e necessaria una crescita economica. Il 2012 si presenta come l'anno in cui il mondo dell'arte cerca di sintonizzarsi con il clima socio-politico e con la realtà circostante. Succede per inerzia, per necessità o per deliberata scelta? Quali modalità e strategie si dovrebbero mettere in atto affinché l'arte possa contribuire effettivamente al miglioramento della società? Si parla di decrescita sostenibile da anni: Latouche sosteneva l'utilità di un cambio di paradigma già prima che la crisi economica facesse sentire i propri effetti. La politica ha acquisito consapevolezza in ritardo, in tutto il mondo occidentale, e stenta a trovare ricette risolutive per fronteggiare un'emergenza che a volte è stata deliberatamente sottovalutata. La massa è rimasta serena e tranquilla, vivendo spesso al di sopra delle proprie possibilità, finché non è stata bruscamente risvegliata e costretta a enormi sacrifici dal precipitare della crisi. Ora proliferano i movimenti e le iniziative dal basso: è un bene che i cittadini siano attivi e partecipi. Il problema è che spesso non sono animati da spirito solidale, ma dalla necessità di tutelare i propri interessi. Se i piccoli egoismi prevarranno sul bene comune, saranno purtroppo i nuovi populismi e gli agitatori di piazze i protagonisti di questo momento storico. Come la politica, l'arte può avere un ruolo importante di indirizzo e di guida nei processi di evoluzione sociale. Purtroppo spesso, come fanno i politici, gli artisti ricercano il consenso del pubblico assecondando i suoi bisogni e le sue aspettative, senza avere il coraggio di avanzare proposte concrete.

2 commenti:

  1. Condivido pienamente il contenuto di questo scritto. Una sintesi sobria di quello che sta accadendo.

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  2. polo fondante (sistema onto-ideo-sociale) polo negante (critica al sistema) in una unità di opposti....la vera soluzione è ancora quella proposta da eraclito: uscita da questa dialettica-balletto dei contrari,attraverso il terzo polo che li nega entrambi....in questo caso la cosidetta arte,che secondo hegel non hà mai operato cambiamenti politici-sociali,ma viceversa sono i cambiamenti politici-sociali-tecnologici che hanno cambiato essa.....la vera hà il fine non fuori da sè stessa, ma in sè stessa,essa è senza scopo,come l'essere stesso è....

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